Le imprese europee guardano a New York. Con l’aiuto delle SPAC

Le imprese europee guardano a New York. Con l’aiuto delle SPAC

Un “furto” ai danni dei mercati borsistici del vecchio continente o una incredibile opportunità di crescita per le nostre imprese?

Tornano di attualità le SPAC che in Italia hanno vissuto il loro momento di gloria tra il 2016 e 2017 come strumento alternativo per quotarsi in Borsa. Ma questa volta l’obiettivo è il mercato borsistico di New York sull’onda del grande interesse mostrato dagli investitori nordamericani nei confronti delle imprese del vecchio continente, in particolare per quelle blasonate del settore della moda e del lusso.

Lo scorso dicembre il gruppo italiano Ermenegildo Zegna si è affidato alla Spac di Investindustrial che l’ha traghettata sul listino newyorkese con l’obiettivo di finanziare la crescita dei prossimi anni e facilitare lo sviluppo nel vasto mercato americano. È di questo mese invece la notizia della storica maison francese Lanvin che ha annunciato la quotazione sul NYSE attraverso una SPAC con una dote attesa di oltre mezzo miliardo di dollari da utilizzare per la crescita.

E altre sembrano essere all’orizzonte…

La SPAC può essere considerata un vero e proprio acceleratore di IPO, una modalità alternativa per portare a quotazione un’azienda. Si tratta di una società-veicolo che viene quotata in Borsa allo scopo di raccogliere capitali per fare un unico investimento e poi sparire. Una volta completata l’acquisizione, infatti, la società target individuata per l’investimento viene fusa con il veicolo e si ritrova quindi quotata in Borsa al suo posto.

Se negli anni scorsi le imprese italiane si affidavano a Spac quotate in Borsa Italiana per accelerare la quotazione sul listino italiano, oggi, soprattutto per le più grandi, sembra aprirsi l’opportunità di utilizzare le SPAC quotate oltreoceano per sbarcare sul prestigioso New York Stock Exchange.

Potrebbe trattarsi solo di operazioni isolate. O di una tendenza che via via prenderà sempre più piede, un fenomeno che potrebbe impoverire i mercati borsistici europei, privandoli di alcune delle nostre imprese eccellenti. Ma guardandolo da un altro punto di vista potrebbe aprire alle nostre aziende più meritevoli nuove opportunità di crescita dotandole di ingenti capitali freschi e di una corsia preferenziale per l’accesso ai ricchi mercati nordamericani.

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