‘Make up the Future’: quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente?

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“Make up the Future”: quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente?

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Sapete quanto impatta il settore della cosmetica sull’ambiente? Prova a tirare le fila il Report “Make up the Future – Leve di cambiamento per un business della cosmetica sostenibile” di Quantis, società leader per la consulenza ambientale, per il quale curiamo l’ufficio stampa.

Secondo i dati, il settore cosmetico, (valore stimato di 863 mld di dollari nel 2024) impatta sul pianeta con emissioni globali di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%.

Diversi i passaggi che impattano di più: si parte dall’estrazione delle materie prime con il 10% delle emissioni del settore, il packaging con il 20%, fino al trasporto col 10% e la fase d’uso del prodotto che impatta per ben il 40%.

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Avere più dati, e di qualità, per individuare i punti “critici” della filiera, sottolinea lo studio, sembra essere un prerequisito indispensabile: dai dati si può partire per definire obiettivi e azioni che capitalizzino le esperienze positive delle aziende, oggi ancora troppo frammentate.

Sul ruolo dei dati, quantitativi ed oggettivi che possono trasformare le evidenze scientifiche in strumenti di business ne avevamo parlato qui.

Per creare prodotti con solide performance ambientali, suggerisce il rapporto, la sostenibilità deve entrare in ogni fase del suo ciclo di vita: dalla formulazione al fine vita passando per la distribuzione.

Occhio, poi, ad alcuni miti da sfatare! Come quello dell’utilizzo di “ingredienti naturali” che possono, talvolta, avere un impatto più elevato in termini di emissioni, uso del suolo e acqua. In alcuni casi, i materiali sintetici possono offrire un’alternativa con minore impatto, senza compromettere la qualità.

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E i consumatori? Sono sempre più attenti al tema della sostenibilità dei prodotti che usano: il 78% degli intervistati infatti ricerca un packaging plastic-free, mentre il 76% desidera acquistare prodotti sostenibili o ottenuti da fonti rinnovabili e il 76% opta per packaging ricaricabili e riutilizzabili. Il 69% è influenzato dalla riduzione di carbonio mentre il 65% si informa e preoccupa della riduzione dell’impronta idrica.

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‘Se fino a pochi anni fa la sostenibilità era un obiettivo perseguito in modo discontinuo’, spiega Simone Pedrazzini, Direttore Quantis Italia, ‘oggi è e una strada maestra nelle agende di organizzazioni sovranazionali, Governi e nelle politiche industriali. Il lancio del Green Deal Europeo ha infatti come scopo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, ma non solo. Protezione della biodiversità, tutela delle risorse idriche e circolarità sono altri fra i pilastri di un piano d’azione che avrà sempre più impatto sui cittadini europei ed eserciterà crescenti pressioni sul business. Il nostro obiettivo è tracciare la strada verso una vera sostenibilità grazie all’educazione di tutti gli attori a buone pratiche che partono dalla quantificazione, dall’analisi dei dati, e da un reale cambio di rotta di cui tutta la filiera e tutti gli stakeholder sono parte attiva’.

A questi link gli articoli che Il Sole 24 ore e Fashion Network, hanno dedicato al rapporto.

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